Questa guida intende fornire una prima visione d’insieme nella giungla riguardante l’acquisto di vele per una barca.
Si tenterà di consigliare non tanto sul singolo tipo di vela quanto sul corretto approccio che il cliente deve avere nel formare la propria decisione, in quanto la scelta è articolata su parametri che a loro volta non riguardano solo la vela, ma coinvolgono l’intera attività velica che lo skipper si appresta a fare.
Le vele per barca a vela
Ideate nei primordi della storia umana, le vele per navigazione sono rimaste pressoché invariate per molti secoli – tranne poche varianti –, ed è solo nel Novecento che la moderna tecnologia ne ha rivoluzionato totalmente le caratteristiche, sia riguardo ai materiali sia riguardo ai tagli.
Tuttavia i principi generali della navigazione sono rimasti invariati, andandosi invece a precisare tutta una serie di concetti di costruzione e di regolazione delle stesse che prendono avvio dagli studi di aeronautica e di dinamica dei fluidi, facendo sì che il rendimento di una vela sia ora straordinariamente più efficace del passato.
Un tempo costituite da materiali di derivazione organica – tela, cotone, canapa –, hanno poi vissuto e ancora vivono appieno i progressi delle fibre sintetiche, con un continuo miglioramento scientifico e industriale. Giustamente definite il motore della barca a vela, esse presentano oggi un vasto ventaglio di opzioni che può disorientare il cliente, specialmente se non ha ben chiari gli scopi del suo acquisto.
Scelte
L’armatore di una barca a vela deve arrivare all’acquisto di una vela, e/o di un set di vele per la sua imbarcazione, dopo che ha già compiuto un’analisi seria dei medesimi scopi al momento dell’acquisto del proprio yacht.
Infatti è importante comprendere che occorre un’armonia di intenti fra la barca e le vele, mentre sarebbe tanto inutile quanto economicamente errato comperare uno scafo adatto a un preciso scopo e un gioco di vele adatto a tutt’altro scopo. Le due grandi categorie in cui nel mondo nautico moderno vengono racchiuse le barche a vela sono: barche da crociera e barche da regata. Lo stesso vale per il corredo velico.
Il futuro proprietario di una barca a vela deve prima di tutto comprendere quali saranno i suoi obiettivi: gareggiare agonisticamente oppure andarsene per mare in vacanza. All’interno di queste categorie emergeranno, quindi, ulteriori possibilità di scelta, dettate dalle esigenze di utilizzo, alle considerazioni legate ai tempi di uso, alle effettive capacità tecniche dei fruitori.
In linea di massima, la decisione su che tipo di attività si andrà a compiere con la propria imbarcazione a vela (crociera o regata) andrà a influire sui costi delle vele e sulla loro durata. È importante capire che, pur non avendo problemi di spesa, l’armatore che volesse a tutti i costi adottare vele da regata per la sua barca da crociera non riscontrerebbe assolutamente nessun sensibile miglioramento nelle prestazioni di velocità o di angolo di bolina, poiché la barca e il tipo di navigazione non le evidenzierebbero; al contrario, l’armatore che volesse risparmiare comperando vele da crociera per partecipare a regate si troverebbe fortemente penalizzato nel confronto con gli avversari.
Sarebbe come mettere pneumatici da Formula 1 su un’auto da città e viceversa. Si tratta, comunque, di minime differenze di performance, computabili in pochi minuti che diventano enormità solo in un contesto limitatamente agonistico, mentre vanno totalmente a perdersi nella navigazione crocieristica.
Categorie e tipologie di vele
Le differenziazioni fra le vele da crociera e quelle da gara riguardano vari fattori, principalmente sintetizzati nei seguenti punti: studio progettuale all’origine della vela, materiale di cui è composta, tecnologia impiegata per la sua realizzazione. Da questi punti derivano la caratteristiche della vela, che sono: l’efficienza del taglio aerodinamico; l’indeformabilità non voluta del materiale; la pesantezza del prodotto finito.
Quanto più una vela è sofisticata tanto più sarà performante (ossia aderente alle condizioni meteo-marine considerate); non tenderà facilmente a deformarsi rispetto al disegno progettuale originario; e sarà leggera. Tutto ciò a scapito della durata della stessa e del prezzo. Una vela di questo tipo, quindi, è adatta a una barca destinata a regate agonistiche, dal momento che qui si privilegia l’efficienza massima di una vela per un periodo breve piuttosto che la sua durata a discapito della relativa leggerezza (fattore fondamentale, quest’ultimo, nel rendimento generale della barca).
Pertanto, mentre l’armatore che fa gare decide di sostenere molte spese rinnovando di continuo il corredo velico della propria barca (anche diverse volte nello stesso anno, a seconda delle gare a cui si partecipa), l’armatore crocieristico preferisce acquistare un set di vele meno sofisticato tecnologicamente ma sicuramente meno delicato e di maggior durata del precedente. Tutto ciò ci porta a quantificare nel numero di tre i fattori basilari che influenzano il livello qualitativo di una vela: taglio, materiali, processo costruttivo.
Il taglio ormai, nella civiltà dei computer e dei laboratori di aerodinamica, non dipende più dall’estro manuale di un disegnatore che a matita intuisce la giusta linea di forma di una vela. I velai di tutto il mondo posseggono software di base in grado di formulare i calcoli migliori e comunemente acquisiti per progettare l’ottima vela in base alle caratteristiche della barca. Ovviamente ogni veleria ha poi i suoi segreti. Il cliente decide, dal suo canto, che tipo di attività dovrà svolgere questa vela (conseguentemente agli obiettivi dell’intera barca, come abbiamo visto). In base a ciò gli si presenteranno scelte sui materiali e sulle fatture.
Vele per la crociera
Nella crociera, privilegiando la robustezza dei materiali e la loro durata, si opterà per fibre decisamente più pesanti, meno inclini a rovinarsi sotto l’azione del vento, del sale, dei raggi solari, e dell’uso. Queste vele sono molto meno costose delle colleghe create per la regata, e hanno un’efficienza rapportata al tipo di barca da crociera cui sono destinate.
Con esse si navigherà tranquilli, senza rischi di strappi e di forte usura, e con un margine di utilizzo molto ampio. Il dacron è oggi la fibra meno costosa per queste vele, seguita da varie forme di mylar o di kevlar. La metodologia costruttiva tradizionale prevede la costruzione di queste vele in ferzi indipendenti successivamente cuciti o incollati assieme.
Questo le rende solide ma più pesanti, il che non è un fattore troppo importante su una barca da crociera. Tantissime sono le velerie locali o nazionali in grado di ben eseguire prodotti di questo tenore.
Vele per la regata
Nella regata si sale su un livello diverso, la stessa differenza che c’è fra una Fiat e una Ferrari da corsa. I prezzi aumentano grandemente, e all’interno di tale categoria molteplici sono le opzioni sia costruttive sia progettuali.
La Coppa America ha portato un enorme incremento degli studi scientifici al riguardo e ogni veleria custodisce gelosamente i propri segreti. Tuttavia vi sono alcuni punti fermi. Innanzi tutto ci sono pochissime velerie al mondo di altissimo livello, proprietarie di brevetti industriali specializzati per le vele da regata.
Addirittura solo una è presente in situazione di quasi monopolio nell’ambito della Coppa America, ed è la North Sails. In Italia, oltre ad essa, c’è la Banks Italia, famosa per i suoi prodotti di alta tecnologia. I materiali di cui si parla sono quasi essenzialmente il carbonio e derivati, in percentuali di concentrazione diverse.
Le vele da regata non sono più cucite ma nascono in pannelli unici già dotati della forma stabilita, grazie a speciali macchinati computerizzati a controllo numerico. Ciò le rende leggerissime e perfettamente coincidenti col progetto teorico da cui hanno origine.
Quante e quali vele comperare per la crociera
Una barca progettata per la navigazione da diporto è costretta soltanto entro i limiti del suo armamento (albero e stralli), non dovendo sottostare a regolamenti di gara. Quindi l’armatore si può sbizzarrire acquistando il corredo vele più consono alle proprie esigenze, che solitamente sono coincidenti col tipo di equipaggio di cui disporrà in navigazione e con la voglia di faticare o meno dei suoi… marinai (generalmente famigliari e amici).
Considerando uno sloop (barca a un solo albero), in linea di massima, gli occorrerà: una randa, un genoa medio, un fiocco pesante, uno spinnaker, oltre a una randa di cappa e a una tormentina. La randa dovrebbe essere dotata di bugne per i terzaroli, ben resistente e solida, di materiale collaudato e con una prospettiva di durata di parecchi anni se non decenni. Ciò in quanto la randa verrà utilizzata sempre, in ogni andatura, pertanto sarà soggetta a usurarsi ben più delle altre vele. Vari sono i sistemi moderni per armarla sull’albero, dai carrellini alla canaletta ai sistemi di avvolgimento dentro l’albero o dentro al boma.
Ci sentiamo di consigliare una vela non avvolgibile, pure se apparentemente meno comoda nella gestione di issata e ammainata: infatti, prima di tutto i sistemi di avvolgimento possono incepparsi facilmente, inoltre appesantiscono grandemente l’albero aumentando di molto il momento di beccheggio e rollio della barca. Inoltre è sempre meglio disarmare la randa alla fine di ogni periodo di navigazione e piegarla bene. I fiocchi di prua possono essere molteplici (ma due sono sufficienti) al fine di rapportarsi all’intensità di vento e all’andatura.
Entrambi resistenti come la randa, saranno di differente pesantezza e dimensioni. Per ovviare al lavoro di issata e ammaino si può optare per un unico genoa avvolgibile sullo strallo di prua: meno efficiente dei fiocchi sarà sicuramente più facile nella gestione. A fine stagione dovrà comunque essere disarmato e ripiegato.
Lo spinnaker è una vela adatta ai più esperti e con equipaggio più numeroso, il cui uso non è fondamentale in crociera, ma solo assai divertente. Gli spi sono in nylon, leggeri, semplici da stivare, ma presuppongono un armamento sull’albero dedicato. In luogo degli spi vanno di moda i gennaker, meno complessi nelle manovre e altrettanto divertenti. Randa di cappa e tormentina sono vele obbligatorie a bordo per situazioni di vento molto forte e pericolo.
Quante e quali vele comperare per la regata
Le classi delle barche da regata non sono uniche ma molteplici, e ognuna dispone di propri regolamenti e certificati di stazza in base ai quali si possono adottare specifiche vele e non altre. Basilare conoscere quindi la tipologia di barca che si è comprata, la sua categoria, e il tipo di regata a cui si vuole partecipare.
Ims, Irc, Monotipi, Box Rules, sono solo alcuni dei regolamenti di regata in circolazione nel Mediterraneo, e all’interno di questi vi sono ulteriori categorie e classi cui sottostare. Si pensi che solo nei Monotipi vi sono tantissime classi di barche diverse fra loro, ognuna con propri regolamenti per la dotazione di vele: Farr 40, Mumm 30, Melges 25, First 40.7, Swan 45, J 24, Smeralda 888, eccetera.
Generalmente una barca da regata ha un set completo di vele che rinnova almeno a ogni nuova stagione, ma alcuni circuiti di alto professionismo girano con container carichi di decine di vele adatti a ogni evenienza, che rinnovano soltanto dopo pochi mesi: questo è il caso, per esempio, di una delle categorie di barche più importanti del momento, i Transpac 52, il vertice della vela d’altura agonistica.
Questi regolamenti possono prevedere anche la tipologia dei materiali di cui occorre siano fatte le vele dei concorrenti. Per regatare, in base al proprio regolamento di stazza, l’armatore di un cabinato da gara acquisterà una randa o due, di differente pesantezza a seconda del vento previsto. Il set delle vele di prua può comporsi di quattro o cinque fiocchi: uno leggero, uno medio, uno pesante, un fiocco tre, un fiocco quattro.
In essi variano dimensioni e robustezza del tessuto. Indispensabile un corredo di spinnaker: da quelli leggeri a quelli da vento forte, per giungere ad averne a bordo almeno tre. Stesso ragionamento per eventuali gennaker. In certe occasioni, se è consentito dalla classe, si potranno avere anche speciali vele di prua, per esempio i frolloni o le stay-sails.